Carissima Italia,
Non posso credere che questa esperienza e’ finita. Prima di
venire a te in cerca di speranza e di luce, avevo paur che non acceteresti, che
sarei ancora quello stesso ragazzo che fossi sempre stato: spaventato di gioire
nelle mie realizzazioni e regali e i miei doti, spaventato di abbracciare
questo miracolo della vita che mi e’ stata data, paura di guardare seriamente
per la faccia di Dio nel mondo e negli altri persone, e paura di condividere
pienamente la mia amore con gli altri. Prima di venire a te, dolce Italia, ero
intrappolato in una prigione di insicurezza e di una totale mancanza di amore
per me stesso. C’era sempre una figura diabolica nella parte nascosta della mia
coscienza che mi diceva: “Tu non sei degno di vivere queste esperienze, di
conoscere queste persone. E’ meglio che rimani ai marigini.” Cosi ho trascorso
i primi 21,5 anni della mia vita sempre come un “extra” in questa opera
teatrale che chiamiamo vita, perferendo sempre le ombre alla luce.
Ma mai piu’: Riflettendo su questa esperienza, ora mi rendo
conto di quanto avevo veramente bisogno di trascorrere un po’ di tempo con te,
come una riflessione cuore-a-cuore. Credo che qualcosa sia cambiato quando sono
partito su quell’aero il 5 febbraio. Perche’ quando sono arrivato a Urbino il
15, sapevo che non potevo cresecere se non facevo amicizie con le persone,
cercavo di fondere legami, se non mi tuffassi in questa esperienza
completamente. Tutti parlano di come lo studio all’estero puo’ essere un
cambiamento totale: io disperatamente volevo questo risultato. Ma avevo bisogno
di vivere una vita completamente diversa. Cosi ho fatto il tuffo…
E io sono sono annegato. Anzi, ho fatto un bel tonfo! Come
un uomo modesto, non voglio prendere il merito. Credo sinceramente che siano le
persone che ho conosciuto che mi hanno mostrato come questa vita dovrebbe
essere vissuta. Da quel primo giorno a Urbino, quando ho conosciuto Giorgio,
Simone e Andrea, che mi hanno accolto a braccia e cuori aperti, alla mia
famiglia UTSA, Molly, Matt, e David, i miei professori e dirigenti
nell’amministrazione universitaria, e tutti gli studenti (Erasmus e non) che ho
conosciuto in questo lungo cammino: TUTTI, nel loro esempi di gioia e di un
desiderio vero per la vita, mi hanno insegnato come vivere veramente. Ogni
amico/a che ho fatto negli ultimi sei mesi, ogni (si’, tutti), l’esperienze che
ho vissuto, saranno persone ed esempi di vita che apprezzero’ molto per sempre.
Credo che questo riassume la mia esperienza molto bene, un’osservazione fatta
dalla mia zia quando mi ha portato a casa a Bergamo per Pasqua: “Non si puo’
essere Italiani se non hai una personalita’ espansiva.” Questo sara’ un mantra
chiave per il resto della mia vita, un ricordo di mai tornare nel mio
“guiscio.” MAI NASCONDERTI!!
Ma, per di piu’, ammiro gli Italiani per il loro forte senso
di fede. Io so che non necessariamente tutti loro professano di essere
cattolici, e questo va bene. Anche se non credo che non sia una coincidenza che
sono dovuto tornare a casa per trovare una casa con Dio. Ma ho imparato che la
fede non e’ solo elogiare un dio: si tratta anche di avere onorevoli principi
che ti guidano, un senso di etica, un senso di altruismo, e una sperenza che
non muore mai. Guardando la tua situazione politica attuale, sono rimasto
stupito di come gli italiani sempre riescono a affrontare la vita con un
sorriso. L’ottimismo e la perseveranza degli italiani e’decismente contagioso.
Spero e prego che vengo premiati al piu’ presto. Perche’ mi rende cosi’ triste
vedere tu, Italia, sei nelle mani dei politici avidi, molti dei quali seguono
valori opposti a quelli appena elencati. Sei come una prigioniera del tuo
stesso popolo, come una sorta di oligarchia. Ma io non rinuncero’ agli
italiani: Lo so, un giorno, che la speranza prevarra’. Nel tempo, la tua
bellezza sara’ completamente ripristinata.
Grazie, Italia, per tutto quello che mi hai dato in questi
ultimi sei mesi. So che ero cosi’ orgoglioso di essere italiano anche prima di
vivere una nuova vita con te (e alcuni dei miei amici americani si sono davvero
infastiditi), ma ora lo so: tu sarai sempre una parte enorme di non solo mio
cuore, ma la mia anma. Tutto cio’ che rappresenti, tuto quello che speri di
essere e divente, e’ quello che spero per me stesso. Questo blog non ti fa
giustizia.
Ti Amo,
Daniele
Dearest Italy,
I can’t believe this experience is over. Before I came to
you looking for hope and light, I was scared that you wouldn’t accept me, that
I would still be that same kid I had always been: afraid to rejoice in my
accomplishments and gifts, afraid to embrace this miracle of life I’ve been
given, afraid to earnestly look for God in the world and in others, and afraid
to fully share my love with others. Before I came to you, sweet Italy, I was
trapped in a prison of self-doubt and a total lack of self-love. There was
always a devil figure in the back of my conscience telling me, “You’re not
worthy to live these experiences, to meet these people. It’s best you just stay
in the background.” So I spent the first 21.5 years of my life always casting
myself as an “extra” in this play we call life, always preferring the shadows
as opposed to the light.
But no more: Looking back on this experience, I now realize
how much I truly needed to spend some time with you, like a heart-to-heart. I
guess something changed when I got on that plane on February 5th.
Because when I got to Urbino on the 15th, I knew that I couldn’t
grow if I didn’t reach out to people, if I didn’t jump into this experience
fully. Everyone talks about how studying abroad is supposed to change you: I
desperately wanted that. But I needed to live a completely different life. So
dove in.
And I didn’t drown. Rather, I made quite a splash. As a
modest young man, I don’t want to take the credit. I sincerely believe that
it’s the people that I met who showed me how this life is supposed to be lived.
From that first day in Urbino, when I met Giorgio, Simone, and Andrea, who
welcomed me with open arms and open hearts, to my UTSA family, to Molly, Matt,
and David, my professors and bosses in the university administration, and all
of the students I met along this walk: EVERYONE, in their examples of joy and a
true lust for life, showed me how to truly live. EVERY friend that I made
during the past six months, every (yes, every) experience that I’ve lived, will
be people and examples of life that I will treasure forever. I think this sums
up my experience very well, an observation made by my aunt when she took me
home to Bergamo for Easter: “You can’t be Italian if you don’t have an
expansive personality.” This will be a key mantra for the rest of my life, a
reminder to never go back into my shell. NEVER HIDE!
But I also admire Italians for their intense sense of faith.
Now, I know all of them don’t necessarily profess to be Catholic, and that’s
completely fine. Although I don’t think it’s a coincidence at all that I had to
come back home to find a home with God. But I’ve learned that faith isn’t just
praising a god: it’s also about having honorable guiding principles, a sense of
ethics, a sense of altruism, and an undying hope. Looking at your current
political situation, I was amazed at how Italians always managed to approach
life with a smile. The optimism and perseverance of Italians is positively
infectious. I hope and pray that they get rewarded soon. Because it makes me so
sad to see you in the hands of greedy politicians many of whom espouse the
opposite values from the ones I just listed. It’s like your being held captive
by your own people, like a sort of oligarchy. But I will never give up on the
Italian people: I KNOW, one day, that hope will prevail. In time, your beauty
will be fully restored.
Thank you, Italy, for all that you’ve given me these past
six months. I know I was so proud to be Italian even before I came to live my
new life with you (and some of my American friends got really annoyed), but now
I know: you will always be a HUGE part of not just my heart, but my soul.
Everything you stand for, everything you hope to be, is what I hope for myself.
This blog post doesn’t do you justice.
Love,
Daniele
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