Prima di venire in Italia, stavo navigando nel mare della
vita senza un faro. Ho ottenuto successi in questa vita, ma mancava qualcosa.
Vivevo la vita senza tale unita’, quella luce. E lo sapevo anche: mi dicevo,
“Daniele, hai bisogno di cambiare. Non si puo’ continuare a vivere cosi’.
Nessuno dovrebbe vivere la vita come se crogiolarsi in un ruscello stagnante.
Se non fai qualcosa in freta, potresti buttare via questo dono che hai
ricevuto.” Mia coscienza mi parlava in questo modo centinaia di volte prima di
venire in Italia, cosi’ tanti che quando e’ venuto il momento in febbraio di
partire, stavo praticamente scoppiando di lasciare la mia vecchia vita alle
spalle. Ho spiegato ai miei genitori che non avevo paura di tornare a casa,
perche’, qualunche cosa accada, avevo
bisogno di fare questo. Non potevo sempre tenermi galleggiante, perche’,
alla fine, annegherei.
E l’Italia e’ stato il posto perfetto per trovare la
rinascita. So che ho scritto copiosamente su quanto sia difficile questa
esperienza. Sono sicuro che molti di voi vi ha detto durante la lettura del mio
blog, “Daniele, smetti di piagnucolare. Hai fatto una scelta: adesso devi
viverla.” Ma la vita in Italia e’
molto difficile: anche i giovani con cui ho parlato hanno detto cosi’. Gli
italiani non meritano di essere legati da parte dal governo come sono. Molte
volte, ho riflettuto su come l’Italia puo’ essere paragonato al deserto in cui
Gesu’ e’ andato con Satana. Quello spirito italiano che amo e’ in declino…
Ma in piu’ modi, I’Italia e’ un’oasi per me. Perche’ ho
finalmente trovato quello che mi mancava: Dio. Si potrebbe chiamare la mia
esperienza in Italia START 3 (: Chi lo sapeva che avevo bisogno di tornare
all’inizio (dove tutto e’ cominciato) per preparami per il futuro? Certo,
conoscevo Dio prima, ma l’ho considerato come un padre che stava guardando i
suoi figli dall’alto, intercedendo di tanto in tanto per farci sapere che Egli
era ancora in giro. E’ come se pagasse gli alimenti…La fede e’ qualcosa che
dovrebbe bruciare dentro di te: mio fuoco era abbastanza esiguo. So che non
sembrava cosi’ quando mi avete visto in giro per Assumption e nella Cappella,
ma sono bravo a nascondere le mie emozioni. Quello che sembrava un giovane che
sia sicuro nella sua fede era in realta’ un bambino che desiderava trovare
casa, un cuore nuovo, una nuova scintilla.
Quando sono venuto in Italia, ho incontrato la situazione
ideale: le sfide attendevano ad ogni angolo. Come non potrei rivolgermi a Dio?
Sono una persona che tende a riflettere profondamente su molte cose, e tendo di
impiantarmi nei miei pensieri. E Italia ha offerto molte domande di sondaggio:
Perche’ il governo tratta gli Italiani cosi’? Cosa posso fare per aiutare a
cambiare le cose? Voglio davvero trasferirmi definitivamente in Italia per
insegnare l’inglese o l’italiano? e molti altri. Ho fatto cosi’ tanto pensare
qui che, se non avessi trovato Dio, probabilmente mi sarei gettato dal balcone
superiore del Palazzo Ducale…O.K, non cosi’ intenso, ma capite il punto: senza
Dio, siamo persi in questa vita. Non c’e’ da meravigliarsi che vado alla
cappella di adorazione in Via Bramante ogni giorno prima delle lezioni per
pregare.
Non solo Dio, ma un Dio presente.
Essendo in Italia, mi ha fondamentalmente insegnate che Lui vive nelle anime
degli altri. E ho cosi’ tante persone di ringraziare per avermi portato a
questa realizzazione: la famiglia negli Stati Uniti, il Core Team e la famiglia
piu’ ampia ad Assumption, la mia famiglia UTSA, le persone meravigliose che ho
conosciuto qui a Urbino, e, piu’ importante, Nonna. Perderla e’ stata una delle
cose piu’ difficili che probablimento abbia mai sperimentato in questa vita: ma
la sua morte mi ha spinto sulla strada verso Lui. Mi ha insegnato come la
preghiera e’ essenziale. La preghiera mi consente di riflettere sui miei
problemi e attingere forza da Lui, ma, per di piu’, mi permette di parlare di
nuovo con lei.
E la fede e’ reale. Non si tratta di una dose di energia per
i credenti. Venerdi scorso, ho dato il mio primo esame orale italiano della mia
vita. E il professore mi ha dato un 30. COSA??? Ma ora so cos’e’ successo: con
lavoro duro e fede, tutto e’ possibile. E non era ancora finita: sabato era il
giorno che pensavo fosse stato il peggiore qui a Urbino. Il motivo per cui
Assumption e’ cosi’ caro al mio cuore stava per partire: la Classe del 2012.
Come ho riflettuto sulla fine di questo grande legame, mi sono reso conto che
era solo un fine in nome: la fede conserva ricordi e rende le persone
nuovamente viventi nella tua anima. Grazie, Classe del 2012, per tutto.
E questa domenica scorsa, sono andato a San Marino per
celebrare la messa della Madonna di Fatima. Quello che ho provato era una prova
ulteriore: mi e’ piacuto moltissimo come ognuno di noi era unita nella preghiera
e cosi’ colmo di speranza e amore. Essere in mezzo a tutte quelle persone (mio
amico prete ha detto che c’erano quasi mille), provato un senso immense di
sollievo e felicita’. E’ come se Dio fosse finalmente dicendo: “Bentornato a
casa, Daniele…”
E ho ancora circa due mesi in Italia, molte piu’ opportunita
di crescita. E, qualunque cosa accada, considero questa esperienza come un
bellissimo successo. Perche ho ricevuto il ricevuto il dono piu’ grande in cui
chiunque puo’ sperare.
English
Before coming to Italy, I was sailing in a sea without a
lighthouse. I’ve achieved successes in this life, but something was missing. I
was living life without that drive, that light. And I knew it, too: I kept
telling myself, “Daniele, you need to change. You can’t keep living like this.
No one should live life as if basking in a stagnant stream. If you don’t do
something quickly, you might throw away this gift you’ve been given.” My
conscience spoke to me in this way hundreds of times before coming to Italy, so
many that by the time February came about I was practically bursting at the
seams to leave my old life behind. I told my parents that I wasn’t scared to go
home, because, come what may, I NEEDED
to do this. I couldn’t keep floating, because, eventually, I would drown.
And Italy’s been the perfect place to find rebirth. I know
I’ve written copiously about how hard this experience has been. I’m sure many
of you said yourselves while reading my blog, “Daniele, stop whining. You made
a choice: deal with it.” But life in Italy is very hard: even the young people who I’ve spoken with have said so.
Italians don’t deserve to be tied down by the government like they are. Many
times, I’ve reflected on how Italy can be compared to the desert that Jesus
went into with Satan. That Italian spirit that I’ve grown to love is waning…
But in more ways, Italy has been an oasis for me. Because I
finally found what I was missing: God. You could call my experience in Italy
START 3 (: Who knew that I needed
to go back to the beginning (where it all began) to prepare myself for the
future? I knew God before, but I regarded Him like a father who was looking at
His children from above, interceding from time to time to let us know that He’s
still around. It’s like He was paying alimony. Faith is something that should
burn inside of you: my fire was quite meager. I know it didn’t look like it
when you saw me around campus and in the Chapel, but I’m good at hiding my
emotions. What looked like a young man who is secure in his faith was really a
child yearning to find home, a new heart, a new spark.
When I came to Italy, I came into the perfect situation:
challenges awaited at every corner. How could I not turn to God? I’m a person who tends to think deeply about many
things, and I tend to get bogged down by my own thoughts. And Italy’s offered
many probing questions: Why does the government treat Italians like this? What
can I do to help change things? Do I really want to permanently move back to
Italy and teach English or Italian? and many more. I’ve done so much thinking
here that, if I didn’t find God, I would have probably thrown myself off the
top balcony of the Palazzo Ducale…O.K., not that intense: but you get my point.
Without God, we’re lost in this life. It’s no wonder I go to adoration chapel
on Via Bramante every day before class to pray.
Not just God, but a present
one at that. Being in Italy has sent the message home: He lives in the souls of
others. And I have so many people to thank for bringing me to this fulfillment:
my extended family here and in the States, my Core Team and wider Assumption
families, my UTSA family, the wonderful people who I’ve met here in Urbino,
and, most importantly, Nonna. Losing her was one of the hardest things I’ll
probably ever experience in this life: but her passing really pushed me down
that road to Him. It taught me how essential prayer is. Prayer allows me to
reflect on my troubles and draw strength from Him, but, what’s more, it allows
me to speak with her again.
And faith is real. It’s not just 5-Hour Energy for
believers. On Friday, I had the
first Italian oral exam of my life. And the professor gave me an A. WHAT??? But
now I know what happened: with hard work and faith, all things are possible.
And He wasn’t done yet: Saturday was the day that I thought would be the worst
here in Urbino. The reason why Assumption is so dear to my heart was about to
depart: the Class of 2012. As I reflected on the end of this great bond, I
realized that it was only an end in name: faith preserves memories and makes
the people in them live on in your soul. Thank you, Class of 2012, for everything.
And this past Sunday, I went to San Marino to celebrate the
mass of Our Lady of Fatima. What I experienced there was further evidence: I
absolutely loved how everyone was united in prayer and so filled with hope and
love. Being in the midst of all those people (my priest friend said there were
close to a thousand), I felt an immense sense of relief and happiness. It’s as
if God was finally saying, “Welcome home, Daniele…”
And I still have about two more months in Italy, many more
opportunities for growth. And, no matter what happens, I will regard this
experience as a beautiful success. Because I’ve received the greatest gift that
anyone can hope for.